Silenzi a bassa voce

Passò qualche settimana. L'autunno aveva tinto le foglie di rame e arancio, e un vento sottile attraversava le fessure delle finestre con un sibilo basso e costante. La casa era più silenziosa del solito.

Oliver abbassò il libro che stava leggendo sul divano quando sentì un colpo di tosse profondo, seguito da un rumore secco di passi incerti nel corridoio. Si alzò e andò verso la porta della camera di Kian. Bussò piano.

-Kian?-

Nessuna risposta. Solo un altro colpo di tosse, più debole.

Aprì la porta senza attendere. La luce tenue filtrava dalla finestra. Kian era raggomitolato nel letto, le coperte fin quasi sopra il naso, le guance rosse per la febbre e gli occhi semichiusi.

-Cavolo...- mormorò Oliver, avvicinandosi. -Hai la febbre alta. Ti vesti troppo leggero e siamo in autunno.-

Kian sorrise leggermente, con occhi lucidi. -Sei spiritoso anche quando il tuo coinquilino sta male? E comunque sto bene, è solo una piccola febbre. Starò bene in pochissimo tempo.-

Oliver sospirò e alzò gli occhi al cielo, inginocchiandosi accanto al letto. Gli posò una mano sulla fronte. Bollente. -Sta' zitto, idiota.- -Aaaw. Cos'è, ti preoccupi per me?- Kian tossì di nuovo. -È la prima volta che mi insulti con preoccupazione nella voce.-

Oliver ignorò il commento e si alzò in piedi. -Hai mangiato qualcosa? Bevuto?- -Non ne ho bisogno. Sto bene, tu ritorna dai tuoi libri vecchi.- Oliver se ne andò e dieci minuti dopo tornò con un vassoio: tè allo zenzero, una ciotola di brodo caldo e due pasticche di tachipirina.

-Mi stai viziando?- scherzò Kian, con voce roca. Oliver gli porse la tazza senza dire nulla, ma il modo in cui lo guardava... c'era qualcosa di diverso. Più morbido. Più umano. -Sei fastidioso quando stai bene, ma detestabile quando stai male.- mormorò, sistemandogli meglio le coperte.

Kian sorrise piano e poi chiuse gli occhi. Oliver rimase lì per un po'. Seduto sul bordo del letto, in silenzio, a guardarlo. Prese un panno freddo, ma quando sfiorò il ciuffo marrone sulla fronte per mettere il panno freddo, si rese conto che quel gesto non aveva nulla di razionale.

Dopo qualche giorno Kian si riprese del tutto e tornò a essere il solito rumoroso.

-Forse mi sono pentito di prendermi cura di te quella volta 😑-

-Dai, so che sotto sotto eri preoccupatissimo per me 😏- Oliver non rispose e gli diede un paio di calzini.

-Invece di sapere se ero preoccupato per te, pensa a non mischiare i miei vestiti ai tuoi, grazie.-

-Si, come no. Stai evitando l'argomento perché ti stai imbarazzando.- Mentre Kian parlava, Oliver si toccava il ciuffo sopra la sua fronte e stava leggermente arrossendo. -Perché? Non posso preoccuparmi per una persona?

Kian lo guardò e si sedette davanti a lui. -Scusa, non volevo.- Oliver si accorse quello che stava facendo e si riprese. -Scusa, non è da me arrossire. Dimentica quello che ho detto. Vado a riposare in camera mia.-

Kian se ne andò in camera sua e ripensò alle parole di Oliver, ma non si dava troppe arie.

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