Ep.11

Rion fece il suo ingresso nell'appartamento, allentando la cravatta che gli stringeva il collo, quando fu colto di sorpresa dalla presenza di una ragazza che aveva cercato di evitare. Con gli occhi sbarrati nell’incredulità, esclamò "Leandro!" con irritazione. A che serviva che la Segretaria Lee rafforzasse la sicurezza se quella ragazza poteva entrare così facilmente nel suo spazio privato, ora comodamente seduta a guardare la televisione?

Questo era il colmo. Rion era determinato a licenziare Leandro per tale negligenza. Nel frattempo, Aily, notando l'arrivo del suo potenziale datore di lavoro, si alzò in piedi e si inchinò in segno di rispetto.

"Non avvicinarti! Cosa ci fai qui?" chiese Rion, facendo un passo indietro, preoccupato che Aily potesse nuovamente approfittare di lui. Il suo sguardo si spostò verso la porta, con l'intenzione di chiamare le guardie del corpo posizionate all'esterno.

"Ciao..." salutò Aily con nonchalance, concedendo un sorriso fugace, non in vena di rincorrere ora il padre del bambino che portava in grembo. "Sono stata assunta come assistente domestica," rispose.

"Chi ti ha dato il permesso di essere la mia assistente domestica?" chiese con voce intrisa di esitazione apprensiva, temendo che Aily potesse aggrapparsi ancora una volta alla sua possente figura, coprendolo di baci.

"La persona è in cucina," rispose Aily, indicando Eria che si avvicinava.

Eria fissò Rion, poi premette l'indice sulle labbra segnalandogli di tenere per sé i suoi commenti. "Aily, puoi riposarti nella tua stanza ora. Devo parlare con lui," disse Eria.

Aily annuì in segno di comprensione. "Mi congedo, Signore. Per favore, chiamami se hai bisogno di assistenza," disse dolcemente, inchinandosi leggermente prima di dirigersi verso la stanza che Eria le aveva mostrato al suo primo ingresso nell'appartamento.

Rion seguì con lo sguardo l'allontanarsi di Aily con intensa cautela, ancora visibilmente scosso dai loro precedenti incontri.

"Cosa c'è? Perché sei così sorpreso?" Eria fece finta di niente, sedendosi sul divano.

"Eria, è davvero Aily, l'amica così utile di cui hai sempre parlato?" chiese Rion, affrettandosi a sedere accanto a Eria. "Non è mica una ragazza pazza ossessionata dall'idea di portarsi a letto gli uomini affascinanti?" chiese per conferma. "Non sa che siamo fratelli, vero?" Rion la bombardò con le sue preoccupazioni tumultuose, non lasciando tempo a Eria di replicare.

"Di cosa parli? Aily è una brava ragazza e non sa che siamo parenti," rispose Eria, prendendo un sorso dalla sua bibita in lattina.

"È impossibile. Mi ha incontrato diverse volte, facendomi..." si interruppe, non volendo rivelare quello che considerava un evento vergognoso.

"Ti ha fatto cosa?" incalzò Eria.

"Lascia perdere. Rifiuto il tuo piano di aiutarla!" Rion si oppose con fermezza all'accordo che avevano preso per l'impiego e il soggiorno di Aily.

"Perché? Perché hai cambiato idea?"

"Non posso essere sicuro che non sia d'intralcio o del modo in cui potrebbe invadere il mio spazio personale," insistette Rion, scuotendo la testa all'idea di possibili future controversie.

"È una brava ragazza; non ti metterebbe una mano addosso. Anzi, saresti tu quello a toccare lei!" replicò Eria, diventando frustrata. "Che tu la accetti o no, è stata cacciata di casa. Puoi abbandonarla al freddo? Confido che la accoglierai e te ne prenderai cura come si deve," disse Eria, alzandosi per andare via.

"Dove vai?"

"A casa. Sto per impedire il tuo fidanzamento combinato con la donna scelta da mamma. È il minimo che possa fare in cambio di tutto," dichiarò Eria, incrociando lo sguardo con un Rion sbalordito.

Rion non era a conoscenza di piani di fidanzamento, figuriamoci di aver incontrato la futura sposa.

"Hanno pianificato il tuo fidanzamento alle tue spalle," rivelò Eria vedendo la confusione di Rion.

"Quando è successo? Come posso essere all'oscuro?" l'espressione di Rion si fece preoccupata.

"Sai che il nonno farebbe di tutto pur di vederti sposato," spiegò Eria. "L'evento è tra due giorni. Accetta Aily e io saboterò il tuo fidanzamento o—" le sue parole restarono sospese, interrotte dall'intervento di Rion.

"Sì, permetterò a quella ragazza pazza di restare qui!" dichiarò con convinzione repentina, timoroso che Eria potesse ripensarci.

"Bene. Allora vado," disse Eria, andandosene con un sorriso trionfante. Aveva negoziato abilmente, lasciando a Rion nessun tempo per ripensamenti e accettando rapidamente le richieste della sorella tanto amata.

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