Talia guardò l’orologio che segnava ormai le 15:00, non aveva nemmeno pranzato quel giorno temendo di arrivare tardi all’appuntamento.
Il signor Jackson era uscito per una tazza di caffè già da un pò e non si degnava di tornare. La giovane con le gambe accavallate l’una sull’altra picchettò con le dita sulla lucina scrivania continuando a controllare l’orario. Si guardò intorno, l’ufficio non era cambiato di una virgola rispetto le volte precedenti; fatta eccezione per una nuova foto che il signor Jackson aveva deposto accuratamente su uno dei tanti scaffali neri stracolmi di scartoffie e raccoglitori. La moglie Margaret, sorrideva mentre poggiava la mano sulla spalla della figlia maggiore Cathrine che guardava sorridendo l’obiettivo, mentre la minore, Lily, che per pure coincidenza, frequentava la stessa classe della sorella di Talia, guardava distrattamente il padre.
Sua madre, sull’orlo dei cinquanta, rimase sbalordita nello scoprire di essere rimasta incinta dopo dieci anni di tentativi falliti. La chiamarono Daphne. Capelli biondo miele, grandi occhi verdi. Sarebbe stato difficile negare che fossero sorelle.
Dopo altri cinque minuti passati in totale silenzio Talia, piuttosto spazientita, si alzò sistemandosi la camicia beige ed abbandonò l’ufficio. Forse un caffè non era un’idea del tutto malvagia. Forse avrebbe persino incontrato il suo maggiore, che attendeva già da una buona mezz’ora, sperando che non si fosse perso nelle chiacchiere con qualche vecchio collega, ma sopratutto avrebbe finalmente capito il perché di quella “urgenza”.
Il corridoio grigio pullulava di colleghi in divisa blu che correvano a destra e a sinistra. Qualcuno rallentò per salutarla.
“Buongiorno capo, novità?” Le chiese un novellino che era sicura si chiamasse Simon. Era ancora alle prima armi, ma pur sempre da qualche parte bisognava incominciare.
“Non ancora, continua con quello che stavi facendo.” Rispose sorridendogli la giovane dandogli una leggera pacca sulla spalla mentre si dirigeva verso le macchinette nella sala d’attesa.
La testa le scoppiava dalla sera precedente; un corpo di una giovane donna era stato trovato sul ciglio della strada. Non fu semplice identificarla viste le ventidue coltellate infertele brutalmente. Ma ancor di più riferirlo ai familiari, il compito che Jackson affidò a Talia con estrema facilità seppur la giovane lo avrebbe evitato con tutto il cuore se avesse potuto. Non sapevi mai la reazione del parente.
Si chiamava Jessica Bellini, di origini italo- americane. Alle prime Talia pensò ad un crimine passionale. Ma ben presto dovette mettere da parte quell’idea. La madre della giovane le disse che frequentava ancora il college e che fosse una brava ragazza, che non avesse nemici e soprattutto che non avesse un fidanzato o compagnocon con cui litigare. Troppa violenza, probabilmente la ragazza conosceva l’aggressore. Un rapinatore ci avrebbe messo meno a metterla a tacere, c’era sicuramente qualcosa che non sapevano ancora.
La giovane raggiunse la macchinetta ripensando ancora al caso del giorno prima. Avrebbero dovuto interrogare i suoi compagni di corso, amici, qualunque informazione sarebbe risultata importante.
Inserì la cialda nella macchina ed attese pazientemente che il liquido bollente uscisse lentamente nella tazzina di plastica. Si aggiustò le ciocche ribelli dietro le orecchie e sperò che le occhiaie fossero poco visibili.
“Ah eccoti qua.” Una mano pesante si posò sulla sua spalla facendola voltare verso l’interlocutore. Il signor Jackson, prossimo alla pensione e Direttore Generale del distretto di polizia, le sorrise mentre voltava lo sguardo verso un giovane uomo. “Fatti presentare Sebastian Delgrado, è stato appena trasferito direttamente da New York.”
La giovane alzò gli occhi sull’uomo in giacca e cravatta di fronte a lei e per poco il caffè non le andò di traverso. Capelli mossi, occhi grigi e il fastidiossimo sorriso sghembo come a volerla quasi deridere.
Sembrava che poco fosse cambiato in lui. Forse solo un barlume di serietà che mostrava quando guardava l’ignoro Jackson.
Talia si chiese se fosse uno scherzo e si guardò attorno. Niente telecamere, niente show, ma pura e crudele verità. Lo aveva conosciuto al college, un arrogante come pochi, ed ora se lo ritrovava persino al lavoro. Poteva andare peggio?
“Da oggi lavorerà qui. Abbiamo bisogno di più aiuto possibile. Non credo si tratti di un caso isolato quello della signorina Bellini.” Disse l’uomo tornando improvvisamente serio. Si aggiustò la cravatta a quadri come faceva quando era particolarmente nervoso.
“Cosa intende? Crede sia collegato ad un’altra vittima?” Chiese confusa Talia.
L’uomo sospirò amoreggiato “ Hanno trovato un altro corpo un’ora fa. Questa volta nel parcheggio del supermercato. Un’altra donna indifesa.”
Scarica l'app MangaToon su App Store e Google Play